Il suicidio, una piaga della nostra civiltà

Nel mondo, ogni 40 secondi, un essere umano si toglie la vita…
Così, mentre celebrate il Natale in famiglia, con le persone che amate, mettete ai piedi dell’albero, un mandala d’amore per tutti gli esseri che sono nella sofferenza, in maniera tale che possano ricevere da parte vostra un po’ di amore e trovare la forza di non partire per l’altro mondo nella disperazione. Questo piccolo gesto non è la soluzione ultima, ma se una persona è viva, può ancora venire toccata, la sua vita può ancora cambiare, mentre se si toglie la vita, non si può fare più nulla. È un bel regalo di Natale…

UN’ATTENZIONE AMOREVOLE PER TUTTI 

Ufficialmente, la Francia e il Canada sono democrazie in cui tutti gli esseri dovrebbero avere voce in capitolo. Ma questa bell’idea di un paese governato dall’insieme dei suoi abitanti viene veramente applicata? Consideriamo per esempio, il punto di vista dei bambini? Va constatato che nella nostra società, il più giovane tra noi, non ha alcun reale diritto e non viene riconosciuto come un essere dotato di una propria intelligenza. Eppure, nella nostra tradizione, sappiamo che i bambini sono più vicini al mondo angelico rispetto agli adulti. Essi sono ancora in contatto con ciò che può chiarire l’esistenza e darne significato, sono avvolti da un candore e da una semplicità che facilita la vita e dispongono di una capacità di meravigliarsi che permette loro di vedere il mondo con uno sguardo meno deformato di quello degli adulti. Per esempio, se si chiede ad un bambino ciò che non va nel mondo, loro rispondono immediatamente e sono in grado di offrire soluzioni reali. Ma gli adulti li ascoltano? Nella loro illusione di conoscenza e di saggezza, questi ultimi non stanno forse distruggendo il pianeta con il pretesto dell’economia? Cosa trasmettiamo realmente ai nostri figli?

Osservando ciò che gli umani hanno fatto nella loro vita, ci possiamo chiedere dov’è finita la vera Bellezza del cammino, dove vanno e come muoiono – coloro che non hanno nemmeno il tempo di preoccuparsi della vita attorno a loro e di crescere i loro figli? Un Esseno deve riflettere su tutte queste questioni, non per criticarle con discussioni sterili, ma per trovare la motivazione per prendere in mano la propria vita e metterla al servizio del trionfo della Luce. A poco a poco un Esseno deve sviluppare un nuovo ascolto, un altro sguardo che tenga in considerazione tutti gli esseri portando loro un grande balsamo di attenzione amorevole. Attualmente, in Francia e in Canada è deplorevole constatare che il tasso di suicidi rimanga alto – soprattutto fra i giovani. Quale ragione può avere un essere per avere più paura della vita che della morte? Secondo l’Istituto Nazionale della Sanità e della ricerca medica francese (INSERM), 37 bambini preadolescenti, dai 5 ai 14 anni, si sono suicidati nel 2009. All’inizio del 2011 un adolescente di 14 anni avrebbe cercato di togliersi la vita, mentre due bambini di 9 e 11 anni si sono suicidati. Il 29 settembre 2011 il sito internet “Le Monde.fr” scrive: “Vi sono probabilmente molti più suicidi di quanti le statistiche ci lascino pensare, perché alcuni decessi considerati accidentali, sono molto più simili ad una forma di suicidio, dice lo psichiatra Boris Cyrulnik in un rapporto che giovedì deve presentare al governo”.

Non è questa una situazione allarmante? Un segnale di un profondo malessere, di una malattia che scuote la nostra società da cima a fondo e che distrugge i più deboli prima di poter affrontare tutti gli individui? E noi, gli Esseni, che siamo terapeuti dell’anima, non abbiamo forse il nostro ruolo da giocare per contenere questo fenomeno? Non abbiamo delle soluzioni da proporre? Siamo veramente coscienti del modo in cui muore la gente al giorno d’oggi? Per trovare delle ragioni per passare all’azione, è sufficiente recarsi nelle unità di cure palliative negli ospedali, ospizi, dietro le quinte della nostra civiltà appariscente per costatare cosa succede all’essere umano alla fine della sua vita. Visitando questi luoghi, non possiamo che chiederci dove sia finita la dignità. Possiamo solo dire che non si vuole viverla e se la nostra propria sorte non ci preoccupa, almeno cerchiamo di non rimanere indifferenti a ciò che i nostri figli un giorno dovranno affrontare. La morte dovrebbe essere il risultato glorioso dell’incarnazione, l’essere nella saggezza e il distacco dalle cose materiali, l’apertura a ciò che è eterno in noi. Purtroppo, invece è diventata una decadenza. Queste parole possono sembrare un po’ crude, ma riflettono la situazione attuale. Prima o poi saremo costretti a svegliarci e aprire gli occhi sulla realtà che ci sta attorno, anche se non ci piace. Sarà a questo prezzo che potremo sperare e portare un rimedio o, in tutti i casi, un inizio di soluzione.

Oggi, molti muoiono letteralmente come dei cani, attaccati a delle macchine, a delle flebo, a dei fili, a dei tubi agganciati a ogni lato del proprio corpo, terminando la loro esistenza in un’angoscia e in una solitudine assoluta. Guardateli negli occhi mentre si apprestano a morire: vi potrete leggere il terrore. Questa è la dimostrazione che il culmine della vita è diventato oggetto di una terribile paura, al punto tale che alcune persone, in tali situazioni sprofondano nella demenza, circondati da operatori sanitari che sono per lo più interessati a riempire i loro pazienti di medicinali fino al loro decesso. Attualmente questa è l’unica risposta che dà la medicina. Noi chiamiamo questo: “progresso”. Noi, gli Esseni, definiamo questo una vergogna, anche se non sempre il personale medico stesso è d’accordo con tali pratiche. Nel caso di persone ospedalizzate che si avvicinano alla fine, si osserva che anche i loro stessi familiari smettono di andare a trovarli, paralizzati dalla paura di guardare in faccia la realtà. SÌ, nel nostro mondo moderno, la morte è sinonimo di paura. In realtà, tale paura si basa sull’ignoranza delle leggi della vita, perché in definitiva, la morte non esiste. Essa non è altro che un cambiamento, una continuità della vita senza il veicolo fisico, ma in un contesto altrettanto tangibile. Il problema è che nella nostra civiltà, l’essere umano non considera la morte, non ne tiene conto durante la sua incarnazione, bensì la considera come una malattia vergognosa che può colpire qualcun altro, ma non lo riguarda personalmente. L’essere umano vive per dimenticare la propria morte, come se non esistesse e rifiuta di pensarci per non attirarsi “la sfortuna” o essere obbligato a porsi delle domande sulla propria vita. Pertanto, la vecchiaia mette a disagio. Il vecchio non è “in sintonia con i tempi”, come si usa dire. Nella nostra cultura non si deve invecchiare perché, quando si diventa vecchi, si viene cancellati dalla nostra società. Come mai l’uomo è giunto a questa situazione delirante?

LA PAURA DELLA VITA

Se si interrogano i bambini – e si ascolta ciò che gli Angeli ci vogliono dire attraverso di essi – ci si trova molto rapidamente davanti al buon senso. Ci confidano che loro vorrebbero essere accarezzati dagli anziani, che sarebbero pronti ad ascoltare, ad essere consigliati da persone che possono offrire la loro saggezza, appresa dai loro antenati e dalla loro esperienza.
È chiaro che i nostri figli vogliono un altro mondo, ma cosa offriamo loro per la maggior parte del tempo? La televisione? I video giochi? Degli “idoli” totalmente al di fuori di equilibrio? Facendo un bilancio con chiarezza, non possiamo far altro che constatare che non abbiamo niente di realmente bello da trasmettere loro nella nostra attuale epoca – se non la paura della disoccupazione, di non essere all’altezza, semplicemente la paura della vita. Per tutti questi motivi, molti giovani si suicidano e non ci si può certo sorprendere. Ma credere che loro non abbiano paura della morte: è un’illusione. Le persone che mettono fine ai propri giorni temono la morte allo stesso modo degli altri; tuttavia, il mondo che li circonda fa più paura della morte stessa. Sapendo che il numero di suicidi è  in aumento esponenziale nei paesi cosiddetti “civilizzati”, ci si può chiedere il senso di questa parola e dell’evoluzione dell’uomo. I bambini sono spesso stressati perché li vogliamo performanti sin dalla più tenera età. Non gli si lascia il tempo per crescere, di prosperare, di costruirsi giorno dopo giorno per divenire degli esseri degni e stabili. Per quale ragione facciamo tutto questo? Per chi? In Francia, in Canada, anche negli Stati Uniti, nell’Europa dell’est e in Giappone, le statistiche sui suicidi dei giovani sono allarmanti. È l’evidenza di un fallimento della nostra società attuale e la prova evidente che dobbiamo cambiare vita.

UN “ALTRO MODO DI ESSERE AL MONDO”

Noi, gli Esseni, comprendiamo la disperazione di questi giovani che non vedono nessuno sbocco nel loro futuro, nessun cammino, nessuna bellezza attorno. Conseguentemente noi dichiariamo che la nostra Nazione potrà essere un’alternativa a questa esistenza priva di sostanza e di anima. Il nostro obiettivo è chiaro. Oggi noi lavoriamo per offrire ai nostri figli un’altra vita degna di essere vissuta ed in piena armonia con le leggi dell’esistenza. I bambini della Nazione Essena potranno ricevere alla nascita un’educazione vivente e dei veri valori per condurre il loro destino. Con questo obiettivo iniziamo a far crescere i Villaggi Esseni nei quali potremo portare a coloro che vi risiederanno, “un altro modo di essere al mondo”.

Olivier Manitara

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